Progetto di laboratorio interculturale di teatro aperto ad adolescenti provenienti da tutto il mondo.
Violette, una donna anziana, con la memoria ripercorre e racconta gli anni della sua giovinezza, quando nel 1852, a soli 17 anni, è testimone della deportazione e uccisione di tutti gli uomini del suo paese da parte delle truppe dell’Imperatore Napoleone III. Le donne, rimaste sole, siglano un patto inscindibile: il primo uomo che si presenterà all’orizzonte diventerà il compagno di tutte, il seme del villaggio.
“Se chiedo a me stessa perché lo amo non so dare una risposta... credo di amarlo unicamente perché è così che deve essere... la mia preghiera, il mio più ardente desiderio, è che lasciamo questo mondo insieme”.
“Ci sono due tipi di leggi morali, due tipi di coscienze, una in un uomo e un’altra completamente differente in una donna. L’una non può comprendere l’altra; ma nelle questioni pratiche della vita, la donna è giudicata dalle leggi degli uomini, come se non fosse una donna, ma un uomo.”
Il 19 luglio 1992 veniva ucciso nella strage di Via D’Amelio l’ultimo, indiscusso, eroe nazionale: Paolo Borsellino. I ragazzi nati l’anno della strage sanno perché e in nome di cosa è morto? Voler sapere o voler ignorare, stare dentro o stare fuori la storia? Quanto tutto ciò che ci indigna a parole è condizionato dal nostro continuo abdicare nei fatti? Un racconto teatrale inedito e sorprendente, tutto diventa vero, umano, possibile.